Ambiente e territorio
Diversità ambientale
Tra le regioni Italiane la Toscana è più di altre
caratterizzata da un buon equilibrio urbanistico ambientale, la
varietà del territorio garantisce molteplici vantaggi come
quello di differenziare l’offerta turistica, di diversificare
le attività produttive, di ridurre i rischi derivanti da
shocks economici, di rispondere con diversi strumenti
all’impatto ambientale dell’attività
produttiva.
La Toscana è la prima regione per estensione di boschi, il
13% dei boschi italiani si trova nella nostra regione, seguita dal
Piemonte con il 9.8%. Di oltre un milione di ettari di bosco circa il
18% toccano la provincia di Grosseto seguita da Firenze (17%) ed Arezzo
(16%). I boschi toscani oltre che per l’estensione sono
importanti anche per il pregio e la varietà, dalle macchie
mediterrane alle distese di abeti di tipo centro europeo.
Fonte ISTAT: Percentuale di utilizzo del suolo per provincia
Protezione ambientale
La Toscana ha incentrato buona parte della propria attività turistica sulla qualità ambientale e sulla struttura del territorio. Questa risorsa oltre a garantire uno sviluppo sostenibile permette anche ritorni economici e redistribuzione territoriale dei redditi aumentandoli là dove l’attività industriale e dei servizi alle imprese risulti meno sviluppata. E' per questo che negli ultimi anni le autonomie locali, a partire dalla Regione hanno incrementato la superificie destinata alla tutela ambientale aggiungendo ai parchi nazionali ed alle riserve di stato, ulteriori parchi regionali , provinciali e locali. Oltre l’8% del territorio toscano è occupato da Parchi, queste aree protette sono la porta di accesso alle meraviglie delle nostre tradizioni enogastronomiche, di feste e mestieri antichi.
Superficie in Kmq e densità delle aree protette nelle province toscane
Pressione ambientale del Turismo
Le coste Toscane si estendono per 633 Km e negli ultimi anni oltre il
95% risultano balneabili. Circa il 39% delle presenze turistiche in
Toscana sono legate al turismo balneare. Vi sono alcune
realtà dove le presenze turistiche raggiungono valori
nettamente emergenti rispetto alla restante costa, aree ad elevata
tradizione e vocazione turistica come Massa, Viareggio, Pisa,
Castiglione della Pescaia, Grosseto, Orbetello e Capoliveri. Vi
è poi un altro gruppo, molto numeroso, di comuni che hanno
presenze turistiche importanti, e che comprende gli altri comuni della
Versilia, tutta la costa tra Livorno e Follonica e alcune zone dell'
isola d’Elba.
L'incidenza del turismo sulla popolazione è un buon
indicatore della pressione ambientale dei sistemi economici costieri:
tende infatti a valutare il grado di problematicità
apportato dalla presenza di turisti su un territorio più o
meno strutturato e popolato. Se, il turismo balneare è da un
lato una notevole fonte di reddito per i comuni della costa e, quindi,
un potente motore per lo sviluppo economico, d'altra parte rappresenta
un potenziale fattore di pressione globale (consumo delle risorse
idriche ed energetiche, riduzione dello spazio, aumento
dell'inquinamento atmosferico, etc…) e per gli ecosistemi
marini (aumento dei reflui urbani, incremento del traffico marittimi).
Proprio per questo motivo, nelle zone che presentano, o che potrebbero
presentare, le maggiori criticità sono stati intensificati
gli sforzi per controllare in modo più puntuale possibile le
condizioni igienico sanitarie e ambientali del mare toscano.
Aria e rumore
Le molteplici attività umane che si svolgono nelle aree
urbane e rurali: il traffico dei veicoli a motore, gli impianti di
riscaldamento, le ciminiere delle fabbriche, le discariche e i
fertilizzanti usati in agricoltura, emettono nell'atmosfera sostanze
inquinanti che provocano seri problemi di deterioramento della
qualità dell'aria.
L'immissione nell'atmosfera di sostanze inquinanti ha ormai
raggiunto livelli tali da rischiare di compromettere il clima, gli
ecosistemi, la salubrità di ciò che respiriamo e
quindi la salute delle persone, per non citare i danni al patrimonio
culturale e storico di monumenti ed edifici.
L’inquinamento dell’aria, non si
distribuisce uniformemente nel territorio: vi sono comuni e province
più colpiti di altri. Da zona a zona sono diverse sia le
cause di inquinamento che il tipo di inquinanti.
L'altro grande problema ambientale legato all'aria è l'inquinamento acustico soprattutto, ma non solo, nelle aree urbane. Il rumore non lo vediamo, non lo respiriamo, non corrode i monumenti … ma i nostri nervi sè. Oggi si riconoscono, anche a livello normativo e di politiche, i livelli di rumorosità come causa di forte disagio per la vita delle persone. In armonia con le politiche e con gli obiettivi individuati dall'Unione Europea, la Regione Toscana si adopera al fine di monitorare la qualità dell'aria e il rumore sul territorio, e di applicare le classificazioni e i limiti previsti. E’ stato creato un sistema di controllo costituito da centraline che rilevano ogni giorno quante sostanze inquinanti finiscono nell’atmosfera. Una apposita legge impone ai sindaci di bloccare il traffico quando la situazione diventa critica.
Acqua
Il consumo di acqua cresce proporzionalmente al numero di abitanti e
all’attività produttiva ed anche in funzione del
tipo di consumo che ne viene fatto. Contrariamente a tale evoluzione,
le risorse idriche, non crescono o addirittura diminuiscono
perché molte di esse perdono le caratteristiche necessarie
ad essere utilizzate (si prosciugano o si inquinano di sostanze che non
ne permettono l’utilizzo successivo).
In Toscana, per consentire un adeguata gestione ed un accurato
controllo dell’attività di depurazione e
distribuzione delle acque potabili il territorio regionale `
stata diviso in ATO (Ambienti Territoriali Ottimali), attualmente le
ripartizioni sono 6 coerenti con le aree di approvigionamento dei
principali bacini toscani:
Ato1: "Toscana Nord"
Ato2: "Basso Valdarno"
Ato3: "Medio Valdarno"
Ato4: "Alto Valdarno"
Ato5: "Toscana Costa"
Ato6: "Ombrone"
Per maggiore informazioni sull'elenco dei comuni che fanno
parte delle sei Ato si rimanda al seguente indirizzo:
Elenco completo
dei comuni per Ato risorse idriche
Carta geografica degli ATO risorse idriche (L.R. 81/1995)
L’acqua utilizzata per uso potabile in Toscana proviene mediamente per il 75% da pozzi e sorgenti, per il 25% da fiumi e corsi d’acqua e per il 2% da laghi ed invasi. Tali percentuali sono ovviamente diverse a seconda delle Ato prese in considerazione:
Prima di essere utilizzata deve essere necessariamente depurata, in Toscana sono presenti oltre 180 sistemi di depurazione che attualmente permettono di soddisfare le esigenze idriche di circa il 94% della popolazione.
L’inquinamento del suolo ed il problema dei rifiuti.
Parallelamente alla crescita di interesse e
sensibilità ai problemi ambientali, è cresciuta
con particolare riguardo alla Toscana l’attività
di monitoraggio e controllo di produzione dei rifiuti. Dagli anni 80’
ad
oggi il numero di discariche si è notevolemente ridotto e le discariche
mantenute raccolgono oltre un milione di tonnellate di rifiuti
all'anno.
Alle discariche si aggiungono impianti di termocombustione, con
recupero di energia e impianti di selezione e trattamento dei rifiuti,
dopo la
raccolta differenziata.
Negli ultimi dieci anni produzione procapite di rifuiti in Toscana
è cresciuta del 32%, la raccolta differenziata è
passata dal 7% al 24% della raccolta totale di rifiuti. In pochi anni
la quota di rifiuti differenziati raccolti in Toscana si è più che
raddoppiata. Molti hanno capito che le valanghe di
immondizia possono essere una ricchezza che aiuta a risparmiare
risorse. Con la carta riciclata si risparmiano alberi. Dalla plastica
delle bottiglie si ricavano panchine per giardini pubblici, tavolini e
sedie per le case. Gli avanzi di cucina possono diventare ottimo
concime, i trucioli di legno una fonte di energia. Ecco
perché è importante separare i rifiuti e
raccoglierli in maniera differenziata: vetro col vetro, carta con
carta, metalli con metalli
Consumi di eneregia elettrica per settore di attività
Il consumo di energia elettrica è principalmente dovuto all’attività di produzione industriale.
Considerando tra le fonti energetiche rinnovabili, quella fotovoltaica, quella eolica e quella geotermoelettrica, la percentuale di energia prodotta da tali fonti sul totale di energia prodotta è per la toscana superiore al 22%, una quota elevatissima se confrontata con le altre regioni italiane (la media italiana è pari ad appena il 3%).
Motivo di questa quota elevata di produzione alternativa è l’esistenza della fonte geotermica: la Toscana detiene infatti il monopolio dell'energia geotermica con oltre 32 centrali di produzione concentrate sul territorio di Siena, Pisa e Grosseto. Il piano energetico regionale ha puntato molto sull'uso diretto del calore geotermico per i teleriscaldamenti urbani e per i fabbisogni di attività produttive, anche al fine di "attrarre" imprese per un maggiore sviluppo socioeconomico delle aree geotermiche.
Energia Eolica
La fonte energetica dalle maggiori potenzialità in Toscana è l'energia eolica. E' rinnovabile, poichè non richiede alcun combustibile, e pulita, in quanto priva di emissioni dannose per l'ambiente e per l'uomo. Gli aerogeneratori, le grandi pale che convertono direttamente l'energia cinetica del vento in energia meccanica che a sua volta aziona un generatore per la produzione di energia elettrica, hanno raggiunto un buon livello di affidabilità tecnica. Il Piano di Indirizzo Energetico Regionale (P.I.E.R.) prevede un crescente uso della fonte eolica, corrispondente a una riduzione di CO2 in atmosfera di 420mila tonnellate l'anno, e individua in Toscana 92 possibili aree eoliche. I siti più interessanti sono situati su crinali Appeninici, nelle isole e sulle fasce costiere. Attualmente esiste però un unico impianto in funzione: quello realizzato dalla Edison sul monte Secchieta. L'iter burocratico per ottenere l'autorizzazione all'installazione di una centrale eolica, in particolare la difficoltà imposte dai vincoli paesaggistici, è il maggiore ostacolo all'apertura di nuovi impianti. Di recente l'area Energia della Regione Toscana ha avuto incontri preliminari con società e operatori privati, a cui hanno partecipato anche gli amministratori dei territori interessati, per discutere progetti di wind-farm con potenze tra i 15 e i 20 MW da installare su alcuni crinali del territorio regionale. Per raggiungere gli obiettivi del piano regionale e incrementare la produzione eolica sono necessari 600 miliardi di investimenti.